Quando perdi una persona amata, la tua vita viene sconvolta e questo è ancora più vero se hai perso il tuo coniuge, perché viene a mancare una quotidianità fatta di gesti e parole che esprimono il profondo legame all’interno di una coppia. È un po’ come se metà del tuo cuore fosse andata via.
Ci sono spesso reazioni diverse al lutto, in base al carattere di ciascuno e anche a seconda di come era organizzata la vita di coppia.
Molti coniugi si dividono le faccende domestiche oppure hanno dei compiti separati nella quotidianità. Per esempio uno si occupa di cucinare e l’altro delle riparazioni, oppure uno dei due è particolarmente ferrato nel gestire le bollette e le spese di casa, mentre l’altro ha talento per il giardinaggio. In alcuni casi uno dei due lavora, e l’altro si occupa della casa e dei figli.
È difficile trovarsi ad essere la persona che deve fare tutto, dopo una vita trascorsa a condividere responsabilità e pensieri. Le difficoltà pratiche del dover imparare a fare qualcosa che non è nelle tue corde si uniscono al dolore per la mancanza del partner.
E non conta se hai avuto 1 anno, 10 o 50 da vivere accanto alla persona del tuo cuore. Non esistono lutti più o meno gravi quando c’è di mezzo un amore sincero. Essere soli può fare paura.
Potresti trovarti così a non riconoscere più la tua vita e a sperimentare, oltre al dolore per la tua perdita, anche un miscuglio di sensazioni che non riesci a mettere in ordine. Tante persone, per esempio, provano una sorta di senso di colpa, chiedendosi perché è toccato all’altro e non a loro, oppure si sentono afferrare dalla rabbia, sentendosi abbandonati dal partner.
Queste sensazioni e questi pensieri sono assolutamente normali. Non esiste un modo unico di attraversare il lutto, ciascuno ha il suo modo, ed è importante che tu sappia che tutto quello che stai provando è assolutamente naturale.
Nella nostra cultura italiana il lutto purtroppo è ancora un tabù e quando qualcuno subisce una grave perdita spesso si trova circondato da persone che, con le migliori intenzioni, gli consigliano di farsi forza, andare avanti, rifarsi una vita.
Questi suggerimenti non tengono conto del fatto che il lutto dovrebbe essere un diritto. Ciascuno di noi dovrebbe avere la possibilità di vivere la perdita con i propri tempi e a proprio modo, senza doversi confrontare con un modello ideale di elaborazione del lutto.
In passato c’erano dei periodi di lutto fissati da regole ferree, in cui chi aveva subito la perdita doveva attenersi a un comportamento codificato, sia per quanto riguarda l’abbigliamento che i rapporti con gli altri.
Oggi per fortuna queste imposizioni sono cadute nel dimenticatoio e, fatta eccezione per alcune zone d’Italia in cui la pressione sociale è ancora molto forte, si lascia a ciascuno la libertà di decidere per sé.
Tuttavia questa mentalità ha lasciato uno strascico culturale, che potrebbe averti influenzato anche se non te ne rendi conto. Quindi potresti in qualche modo sentire la pressione di cosa è “giusto” o “sbagliato” fare quando si perde un coniuge. Potresti persino chiederti se il tuo dolore sta durando “troppo” o “troppo poco” o se è “troppo forte” o “troppo leggero”.
Vorrei che mettessi da parte questo retaggio arcaico per concentrarti su di te e trovare il tuo modo per passare attraverso il lutto, ascoltando solo il tuo istinto e il tuo cuore.
Io ho la fortuna di avere ancora accanto l’altra metà del mio cuore e non posso sapere cosa stai provando in questo difficile momento. Nella mia esperienza professionale però mi sono trovato innumerevoli volte al fianco di tante persone che hanno perso il marito o la moglie.
Ho raccolto alcune confidenze, che voglio condividere con te, proprio per aiutarti ad accettare le tue emozioni e, se possibile, a vivere questo momento di grande sofferenza in modo un po’ più dolce.
Alcuni mi hanno raccontato, per esempio, di provare un dolore fisico, oltre che emotivo, e di piangere facilmente, anche in momenti inaspettati o in mezzo alla gente. Di avere problemi di concentrazione a casa e sul lavoro, poco interesse per il cibo o difficoltà a dormire.
Per certe persone l’idea di andare a letto la sera è particolarmente penosa. Forse il momento della giornata in cui sentono maggiormente la mancanza del coniuge. Altri invece, aspettano la notte con ansia, perché la vivono come un momento in cui possono spegnere il dolore per qualche ora.
Per alcuni la sensazione di perdita si acuisce quando devono prendere delle decisioni, perché si sentono soli e non in grado di scegliere per il meglio. Altri invece si buttano a capofitto in tutto ciò che li aiuta a non pensare, cercando di tenere occupata la mente.
C’è poi chi trova conforto nel pianto e si sente in difetto per il suo bisogno di esprimere il dolore con le lacrime, e chi invece non riesce a piangere e dentro di sé ha paura di essere sbagliato.
Come vedi, ognuno vive il lutto a suo modo. Ciò che è più semplice per alcuni può essere insopportabile per altri e viceversa. Per questo è importante che tu ascolti il tuo cuore, per dare al tuo dolore la possibilità di fluire nel modo che ti è più naturale.
Ci vorrà del tempo, non devi avere fretta. Sentirai ancora la mancanza di tua moglie o di tuo marito, ma un giorno il dolore intenso che provi diminuirà e tra i giorni cattivi cominceranno a spuntare dei giorni buoni. Il lutto non ha una data di scadenza e non esiste un tempo giusto o sbagliato per concedersi di vivere la perdita.
Gli psicologi consigliano di non nascondere la sofferenza alle persone care. Gli amici e i familiari possono essere un supporto. Ti vogliono bene e anche loro sono a lutto, perciò possono aiutarti e anche condividere con te il dolore e ricordi sul tuo coniuge.
È possibile che aspettino un cenno da te e che non sappiano come comportarsi e come starti vicino. A volte le persone cercano di non parlare della perdita, e di non pronunciare il nome del defunto, perché temono di suscitare ricordi dolorosi. Al contrario parlare e condividere può essere un modo per vivere le sensazioni che stai provando senza reprimerle.
Una mia cliente, Carlotta, mi ha raccontato la sua esperienza:
“Dopo la morte di mio marito Donato, i nostri amici hanno iniziato a farmi visita, portando cibo e ricordi da condividere. La sera a cena ci riunivamo per ricordarlo, raccontando aneddoti su di lui, sulla sua bontà e sul suo senso dell’umorismo. In certi momenti mi sembrava che Donato fosse appena uscito dalla stanza. All’inizio mi sentivo in colpa ogni volta che mi veniva da sorridere per una battuta, ma poi mi sono accorta che a fine serata mi sentivo più leggera. Sapere che tante persone gli hanno voluto bene e si ricorderanno sempre di lui mi dà conforto”
A volte gli amici non sono vicini o non possono dare questo tipo di aiuto, ma non devi rassegnarti alla solitudine se senti il bisogno di condividere il tuo lutto con qualcuno.
Esistono anche dei gruppi di sostegno in cui coloro che hanno perso una persona amata si aiutano a vicenda. Puoi informarti se ce ne sono nella tua città oppure trovarli in rete.
Durante il covid molte persone hanno trovato conforto attraverso internet, proprio a causa dell’impossibilità di incontrare amici e familiari. Il lockdown è stato davvero difficile anche perché molti hanno dovuto rinunciare a partecipare al servizio funebre
Se invece non vuoi vedere gente perché senti che non avere nessuno intorno ti aiuta a vivere la perdita più serenamente, va benissimo. Come ti ho detto, ognuno di noi è diverso.
Trova il tuo ritmo, cercando però di prenderti cura di te, perché il lutto influisce su come ci sentiamo emotivamente, ma ha anche effetti fisici.
Potresti scoprire che prenderti cura di te, ricordarti di mangiare, di dormire, di lavarti, di lavorare, di prenderti cura della tua casa e dei tuoi figli o animali domestici (se ne hai) ti è d’aiuto.
Tante persone vedove perdono interesse per sé stesse, ma i piccoli gesti possono essere importanti. Fare esercizio regolarmente, fare una passeggiata, accendere la TV durante i pasti per non sentire il silenzio, leggere, parlare con un amico, prendersi cura della salute fisica e spirituale, coltivare un nuovo hobby sono spesso utili per trovare un po’ di serenità
Io non so se sei qui perché hai già perso l’amore della tua vita, se ti stai preparando a salutare il tuo coniuge per via di una grave malattia o se vuoi aiutare qualcuno accanto a te che sta vivendo questo grande dolore.
Credo però che chi perde una persona cara dovrebbe essere indulgente con se stesso e concedersi il tempo di vivere la perdita come il suo cuore suggerisce.
Per questo ho scritto un libro, che si intitola “Quel che resta è l’amore”. Raccoglie la mia esperienza di oltre vent’anni a fianco delle persone che hanno perso un loro caro (gestisco la mia agenzia di onoranze funebri dal 2010, ma ho iniziato a fare i primi servizi insieme a mio zio da quando avevo 16 anni) e miei studi sulla psicologia del lutto.
Se può esserti utile qui trovi la presentazione. Mi auguro di poter aiutare te o la persona a te cara a trovare conforto e vivere il dolore nel modo più dolce possibile.